venerdì 22 novembre 2013

I sogni son desideri di felicità.

Quante volte ho visto "Cenerentola", Principe Azzurro a parte, mi è sempre piaciuta l'idea che con pazienza e caparbietà si riescano a realizzare i propri sogni, altro che "The Secret"! Nel mio caso, spesso sogno come ristrutturare la casa, anche ad occhi aperti...
Credo che fino a quando non decideremo di iniziare i lavori veri, continuerò a cambiare idea sulla futura distribuzione degli ambienti del 2° piano e, di conseguenza, anche quella del 1°.
Chissà quante altre idee mi verranno ancora!?

Partiamo dallo stato attuale:



La prima ipotesi, quando si pensava di avviare i lavori presto, era quella di mantenere più o meno l'attuale divisione, ma con un paio di cambi di destinazione d'uso. Al posto della cucina c'è lo studio (1), la cucina va ad aggiungersi alla zona pranzo (2), mentre l'accesso al disimpegno (4) non è più dalla zona pranzo ma dal soggiorno (3). In bagno (5) al posto della vasca ci sono una coppia di lavandini da appoggio e la lavasciuga all'interno del mobile e al posto dell'enorme lavandino una pratica doccia. In camera (6) poi, eliminato l'armadio a muro, si crea lo spazio anche per una cabina armadio (7).





Col passare del tempo però ci è venuta voglia di creare qualcosa di diverso, di meno banale: zona giorno su tutto il piano.
Partendo sempre dall'ingresso si trova una zona spogliatoio (1).
Abbattendo completamente il bagno si crea così un bel open space. Dallo spogliatoio si accede alla cucina (2) con isola aperta sul living e un bancone per la colazione. Il salotto (3) rimane vicino alla porta-finestra che dà accesso al giardino, dietro al divano si trova la zona pranzo (4). Lo studio (5) illuminato dal velux e il bagno (6) coi servizi separati completano il piano.






martedì 19 novembre 2013

Idee per il caminetto.

Il prossimo lavoro sarà il caminetto.



Visto che era inutilizzato da anni, la prima nostra premura è stata far pulire la canna fumaria. I ragazzi che abbiamo chiamato per il lavoro ci hanno detto che avremmo sicuramente avuto problemi di tiraggio perché la canna fumaria è troppo corta. Nonostante questo, l'anno scorso volevamo organizzare Capodanno da noi, così Raffa ha tentato comunque di accenderlo, ma con pessimi risultati: in casa c'era una puzza di legna terrificante e abbiamo messo a lavare tutto ciò che avevamo addosso!



Alla fine abbiamo festeggiato l'anno nuovo in Piazza San Carlo…



Avevamo già una mezza idea di mettere un inserto ventilato (più che altro perché ci sembrava una soluzione più pulita), ma dopo la "sentenza" degli spazzacamini e dopo la prova è di certo una scelta obbligata!



Altra mossa sarà verniciare di bianco i mattoni e rimuovere la superficie ruvida rendendola liscia e tinteggiandola dello stesso colore della stanza (forse color sabbia) come in queste foto:






mercoledì 13 novembre 2013

Una riverniciata veloce.

Un lavoretto relativamente facile e veloce è stata la riverniciatura dei due lampioncini in ferro battuto e quella del cancello pedonale. Ne avevano proprio bisogno: i lampioncini erano mezzi scrostati, un po' troppo arrugginiti e con qualche vetro rotto.






Il cancello invece era di un marrone imbarazzante! Un vero orrore!



Dopo aver tolto la vernice scrostata con una leggera carteggiata, come nel caso del parapetto del balcone, ho dato una mano di antiruggine e una seconda di vernice color nero grafite effetto micaceo a grana grossa. Mentre per l'interno dei lampioncini ho usato il bianco.
Per la sostituzione dei vetri inizialmente avevamo pensato di farceli preparare da un vetraio, ma dopo un preventivo esagerato (con quella cifra li avremmo potuti comprare nuovi), abbiamo preso una semplice lastra di plexiglass opalino da tagliare a misura con il seghetto alternativo.



E voilà:





Lungo i percorsi principali del giardino c'erano 5 pali senza lampade con fondi di bottiglie di plastica in cima per proteggere i cavi elettrici. Ne abbiamo sostituiti 3 ai quali abbiamo anche aggiunto i sensori di prossimità.



Sugli altri due installeremo una telecamera per la video-sorveglianza e una presa di corrente che risulta sempre comoda.







lunedì 11 novembre 2013

Il pino e la processionaria.

Cos'è la processionaria? E' un lepidottero parassita del pino, deve il suo nome alla caratteristica abitudine di muoversi in fila indiana formando una sorta di ''processione'' quando è allo stadio di bruco. E' altamente deleterio perché si nutre del fogliame e ne distrugge il ciclo vitale, ma soprattutto è pericolosamente urticante. I cani sono i soggetti più a rischio perché possono inavvertitamente ingerire o inspirare i peli urticanti che ricoprono il corpo di questi insetti provocando loro terribili danni alle mucose.

In giardino abbiamo un solo pino e potevamo farci mancare la maledettissima processionaria?
Ovviamente NO! 
Per sicurezza abbiamo bandito (la già sfigatissima) Miss Piggy dal giardino per i mesi a rischio (aprile e maggio).
Esistono diversi modi di combattere questi parassiti:
- la lotta microbiologica, con uno specifico insetticida, con le trappole ai ferormoni o con l'endoterapia;
- la lotta meccanica, togliendo manualmente il nido nel periodo invernale o con delle trappole. 
Noi abbiamo optato per la trappola meccanica. Un'azienda bolognese ne ha brevettata una davvero semplice, si chiama ProceStop.
Consiste in una fascia di pivilene da far aderire perfettamente al tronco dell'albero ad un paio di metri da terra.


Su questa fascia si fissa un collare di plastica, installandolo rivolto verso l'alto, in modo che formi una sorta di imbuto.



All'interno del collare si spalma uno strato di colla, è quella che comunemente si usa anche per i topi o gli insetti e che si può trovare in una qualsiasi ferramenta.


Qualche giorno dopo i bruchi urticanti, ovviamente in processione, sono finiti intrappolati nella colla.



A luglio, dopo aver ripulito il collare dall'ecatombe di insetti e spalmato altra colla, abbiamo posizionato due esche ai ferormoni, per catturare gli eventuali lepidotteri che erano riusciti a salvarsi e a diventare adulti.



Il pino si è ripreso, ora è più folto e verde. Quest'inverno vedremo se siamo riusciti a debellare definitivamente la processionaria o se dovremo ripetere la cura anche il prossimo anno.



venerdì 8 novembre 2013

The Net - Intrappolata nella rete.

A completare il lavoro di contenimento, oltre al muretto esterno, nel giardino abbiamo posato una rete zincata molto fitta (quadretti da 1,25 x 1,25 cm), per consolidare anche all'interno la parte che aveva presentato cedimenti di terra.



Devo premettere che quando abbiamo costruito il muretto abbiamo legato dei lunghi fili di ferro ai tondini, prima di annegarli nel cemento, pensando già che li avremmo usati per ancorare la rete.



Dopo aver tagliato l'erba ed eliminato quelle orribili piante che si vedono anche lungo le autostrade (quelle coi pallini rossi), abbiamo steso la rete a fasce verticali.


Abbiamo bloccato le strisce di rete con grossi chiodi da 25-30 cm conficcati nella terra e con viti fissate nei blocchi di cemento. Il lavoro più noioso è stato far passare il fil di ferro tra quei minuscoli quadratini, c'è voluto un'eternità!



Mentre Raffa e papà finivano di fissare la rete ed io scattavo le foto, c'era qualcuno che sovrintendeva i lavori prendendo il fresco sotto l'acero: una vera ''vita da cani'', povera Miss Piggy!


Mio papà ha seminato l'erba ed innaffiato.



Ultimo particolare, le pietre di Luserna per nascondere il bordo mal rifinito della rete.





giovedì 7 novembre 2013

Braccia rubate all'edilizia.

Ho spesso decantato la bellezza del nostro giardino, tanto da essere stato uno dei motivi per cui abbiamo scelto questa casa. Ha una configurazione a gradoni.  Ricorda il tipico giardino ligure (peccato non ci sia il mare!) e infatti presenta le stesse beghe.
A giugno, dopo la ''stagione delle piogge'', si è verificato un problema che se trascurato sarebbe potuto diventare davvero serio! La grande quantità d'acqua caduta ha fatto cadere della terra dalla strada sovrastante dentro al nostro giardino, provocando un paio di preoccupanti buchi.



Il vicino che abita davanti, ci ha detto che è una vecchia storia, che i precedenti proprietari avrebbero dovuto far costruire un muro prima di recintare e piantare le siepi (ma va?) e che, pochi anni fa, quando hanno posato la parete di autobloccanti invece di risolvere il problema, il camion da cui scaricavano gli autobloccanti, stava per finire in giardino, indebolendo ulteriormente il terreno. Ci hanno lasciato una gran bella grana!



Dopo un attento studio del percorso dell'acqua piovana, abbiamo capito che oltre a rinforzare in qualche modo quel tratto di strada bisognava deviare l'acqua che, cadendo nel giardino, si trascinava con sé anche la terra. E' ovvio che la soluzione più facile sarebbe stato chiamare un professionista, ma di certo non sarebbe stato economico. Così abbiamo pensato di cavarcela anche questa volta con le nostre forze.
Raffa e mio papà, con pala, vanga e piccone, hanno scavato un fosso di circa 8 metri di lunghezza e profondo poco meno di 40 cm. Volutamente non l'hanno fatto rettilineo, ma hanno seguito la naturale conformazione del terrapieno.



All'interno del fosso abbiamo inserito due file alternate di blocchi di cemento (50x15x20 cm), rinforzando il muro con lunghi tondini di ferro da 12 mm.



Un po' per volta abbiamo riempito i blocchi con il cemento a presa rapida.



Il muro di contenimento risulta qualche centimetro sopra il livello strada, così da creare un cordolo per deviare il flusso dell'acqua piovana.



E' stato un lavoro massacrante e sicuramente poco ortodosso, ma comunque efficace. Da allora infatti la terra non è più scesa in giardino.


mercoledì 6 novembre 2013

Il balcone come la Sagrada Familia! (3a e ultima parte)

Per concludere questa parentesi infinita sul balcone, ecco i piccoli particolari che possono fare la differenza.

1. L'isolamento termico, questo sconosciuto.

Per sverniciare come si deve il telaio fisso delle finestre ho schiodato anche le cornici.



Ed ecco che non abbiamo trovato semplici fessure, ma veri e propri buchi:



Una schiuma poliuretanica termoisolante è stata la ovvia soluzione al problema...



Sicuramente nella prima finestra abbiamo esagerato con la quantità di schiuma, ma una volta ben asciutta oltre a poter essere tagliata è anche possibile carteggiarla e verniciarla.



Abbiamo anche applicato la guarnizione Moll della Tesa, per eliminare ogni altro spiffero.


2. Cardini, ganci e maniglie come nuove.

Per quanto potessero sembrare malandate, queste parti metalliche con una mano di vernice, la stessa usata per il parapetto, hanno cambiato aspetto.



3. Un tocco di colore.

Anni fa avevamo comprato  due rastrelliere per scarpe all'Ikea.


Come potete immaginare una rastrelliera così piccola non può contenere tutte le scarpe di una donna, anche se in effetti non riusciva a contenere nemmeno quelle di Raffa. Ho pensato allora di cambiarne la funzione.



Le ho verniciate di bianco e sono diventate dei praticissimi porta-vasi da balcone. Ed ecco il risultato finale, quasi un balcone della Valsesia ;):



P.S. Manca ancora un dettaglio: i ferma-persiane...




martedì 5 novembre 2013

Il balcone come la Sagrada Familia! (Parte 2)

Una volta riverniciato il parapetto, non potevo lasciare gli scuri e gli infissi mezzi scrostati.



Dopo aver maledetto chi si è occupato delle precedenti verniciature, uno strato di ''pece'' sopra ad un altro strato di vecchissimo flatting:





mi sono armata di tanta pazienza, di sverniciatore chimico e di quello termico per arrivare al legno grezzo.


Per sverniciare e carteggiare il telaio, senza riempire di polvere i vicini, ho fissato alla struttura della tettoia quei teli di plastica che si usano per proteggere i pavimenti durante la tinteggiatura dei muri.



Abbiamo scelto un impregnante all'acqua color noce per gli scuri e la parte esterna delle finestre:



Per l'interno un impregnante bianco: 



to be continued...